Cacciatrici di paesaggi

Valeria Fieramonte


La caccia ai paesaggi delle grandi opere pittoriche del Rinascimento è stata vinta con successo ( e ormai anche qualche riconoscimento internazionale) da due donne. Sono Olivia Nesci ( geomorfologa dell'università di Urbino) e Rosetta Borchia ( pittrice, scrittrice e videomaker). Anni di lavoro certosino, nel piacere di battere si può dire pietra su pietra  gli incantevoli paesaggi di quello che fu un tempo il Ducato dei Montefeltro, alla ricerca di prove sulla coincidenza dei luoghi con le opere dipinte,  - sono stati premiati da un successo che sta diventando ormai internazionale, dati i temi della ricerca.
E' difficile non invidiare questa bella avventura intellettuale che unisce alla grande amicizia e collaborazione tra due donne generose e appassionate la possibilità di vivere e gustare della straordinaria natura dei luoghi scoprendo insieme quella che di fatto è una nuova disciplina: l'archeologia dei paesaggi. ( gli anglofoni la chiamano lanscape busting).
Il tutto a partire dalla suggestione di quadri che sono cresciuti con  noi ( tutti li abbiamo visti le prime volte sui libri di testo scolastici) e di paesaggi che le scopritrici hanno succhiato col latte materno.
A confermare le intuizioni percettive si è aggiunto lo studio scientifico della geomorfologia e della storia naturale.
    
Le autrici hanno iniziato nel 2007 con Piero Della Francesca e il suo famoso quadro ' Il dittico dei duchi di Urbino'. Raffigura Federico da Montefeltro e Battista Sforza ritratti sullo sfondo di un paesaggio che comprende tutto il Ducato di Urbino. ( Il Duca ha voluto riprodurre nelle opere d'arte il suo buongoverno e anche il buon governo della moglie, che reggeva il ducato lui assente per le numerose campagne militari).
Dalla loro esperienza singolare e invidiabile è nato un libro, ' Il paesaggio invisibile'- (edizioni Il lavoro editoriale, pp 95,15 euro), che ha il fascino di una detective story senza tuttavia il delitto, dove i quadri sono al centro della scena e il crimine è invece sostituito dal tentativo di capire in che luogo, da quale punto di vista, in quali momenti del giorno il pittore ha dipinto i suoi quadri.

' Abbiamo trovato per caso anche il paesaggio della Gioconda – dice Olivia Nesci – quasi senza cercarlo, sapevamo che era studiato già da altri, in Val di Chiana.
E in un altro libro: ' Il codice P', edizioni Electa ( Mondadori) pp 143, 26 euro – è stato di nuovo minuziosamente descritto il paziente lavoro certosino di assemblaggio dei quadri e di riferimento all'oggi. Ora il tutto sarà riportato in 3D in forma di realtà aumentata.
     'Sembra che la Gioconda non fosse la Lisa del Gherardini moglie del Giocondo, bensì Pacifica Brandani di Urbino, amante di Giuliano dei Medici, che siccome era un alto prelato non ci teneva a farlo sapere in giro. Dal papa Leone X che era suo fratello, veniva chiamato ' iucundissimo' perchè di carattere molto allegro.
Pacifica diede a a Giuliano anche un figlio, Ippolito de' Medici, che divenne poi cardinale. Leonardo fu a Urbino nel 1502, 1503 al seguito di Cesare Borgia. Il prof. Roberto Zapperi ha scritto ' Monna Lisa addio', casa editrice Le lettere, dove ha documentato che la Pacifica Brandani era di Urbino.
Il Vasari racconta che la Lisa aveva delle bellissime sopracciglia, mentre la Monna del quadro di Leonardo ne è priva, ed era usanza delle donne di Urbino radersele a zero. 
Anche Battista Sforza, moglie amata di Federico, a cui diede otto figli, non ha le sopracciglia, come si vede nel dittico. ' Qualche storico locale, prosegue Olivia, dopo la scoperta dei paesaggi di Piero ci ha chiamato ' le matte di Urbino'. Abbiamo dovuto faticare molto con qualche sofferenza per essere prese sul serio.
Dopo che il critico Flavio Caroli ha detto in TV, senza fare nomi, che nel dittico di Urbino erano stati riconosciuti i paesaggi di Piero da due studiose urbinati,  hanno iniziato a considerarci di più.
La casa di Piero è stata invece scoperta da Anna Falcioni, una paleografa sempre dell'Università di Urbino.
L'ha individuata perchè ha studiato  degli atti notarili in cui è scritto che Piero comprò dei terreni dalla famiglia del Bramante che abitava a Fermignano, un borgo del Ducato. ' Lei ha scoperto che la casa era lì sulla piana del Metauro e ha dato a noi il compito di localizzarla esattamente. Stiamo cercandola e usiamo delle tech particolari per cui anche se sopra c'è una casa moderna, riusciamo a capire se sotto ci sono delle vestigia antiche.'
Il Metauro, nelle Marche,  è un fiume famoso non solo per la sua bellezza ma anche perchè qui vicino si combattè una delle battaglie cruciali contro Asdrubale ai tempi dell'antica Roma. 'Abbiamo fatto tutto da volontarie, conclude Olivia, di fatto spendo il mio stipendio per la ricerca, ma è giusto così quando si hanno delle passioni.'

Alla presentazione di questi studi è stata abbinata anche la proposta di un corso di Alta formazione Culinaria che formi una nuova figura professionale , quella del narratore del gusto ( prospettive occupazionali nell'agroalimentare, nel turismo enogastronomico, nell'hotellerie)
Le iscrizioni sono dal 17 luglio al 5 settembre. Il corso si terrà a Urbino dal 14 settembre al 23 ottobre 2015.
E affascinante ascoltare la storia dei piatti rinascimentali, e ancor più degustarli se il cuoco è Rolando Ramoscelli. 
Anche lui ha scritto, con Gianfilippo Centanni,  un libro: ' Urbino a tavola' con ricette gustose e anche facili da eseguire , che fanno pensare che, nell'epoca del Rinascimento, anche la cucina era più grande, nella sua semplicità,  di quanto i nostri tempi per solito ci propinino.     
 
    

17-6- 2015